L’isola comacina è l’unica isola del Lago di Como. Anche se oggi la vediamo semideserta, quest’isola ha una storia importante e particolare.
Fu abitata fin dai tempi romani. Ebbe monumenti già in età paleocristiana (V sec.) e crebbe d'importanza fino a diventare, nel XII secolo, uno dei Comuni più potenti del Lario. Quando scoppiò la guerra fra i Comuni di Como e Milano, l'isola Comacina si pose di fianco ai milanesi, a cui diede mano per la distruzione di Como. I comaschi, però, riuscirono a vendicarsi nel 1169 e fu la fine per l’isola: venne appiccato un incendio, tutto fu distrutto e sull'isola non rimase che il silenzio. I superstiti migrarono in parte sulla prossima costa e in parte a Varenna. Dopo questo evento, niente venne più ricostruito per secoli e l’Isola Comacina rimase in stato di abbandono.
Degli studiosi eseguirono una serie di scavi facendo emergere un sito archeologico databile dall’epoca romana al XVI secolo, la cui importanza è tale da collocarlo tra le aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’Alto medioevo.
Ma non finisce qui. Con il progetto di trasformare l’Isola Comacina in una colonia per artisti, nel 1939 l’architetto Pietro Lingeri costruì tre case in stile razionalista utilizzando materiali locali, come la pietra di Moltrasio e il legno di castagno, rendendoli perfettamente inseriti nel contesto naturalistico.
Molti dei reperti che sono stati qui rivenuti sono ora conservati presso l’Antiquarium che si trova nei pressi dell’imbarcadero e, così come l’isola, è aperto al pubblico da marzo ad ottobre.
Ogni anno, nel weekend più vicino al 24 giugno nell’isola si tiene la sagra dei Lumaghitt, uno spettacolo di fuochi pirotecnici, proprio per commemorare l’incendio che distrusse l’isola. Un’ottima occasione per visitarla!